Sul Messaggero di oggi, c’è la storia dei vari tentativi di chiusura del centro di Viterbo alle auto. Da Settembre ci sarà l’attuazione del nuovo piano.
Hanno fallito tutti.
E falliranno anche questi. Continua a leggere
Sul Messaggero di oggi, c’è la storia dei vari tentativi di chiusura del centro di Viterbo alle auto. Da Settembre ci sarà l’attuazione del nuovo piano.
Hanno fallito tutti.
E falliranno anche questi. Continua a leggere
I soliti due vecchietti. E’ sempre più caldo e, al bar o alla panchina della piazzetta, si ritrovano per discutere di quello che vedono, di quello che vivono, di quello che sono.
Questa volta salgono, pian piano, sulle scale ripide di un concetto che definiamo assodato…
– Ma hà visto c’hanno fatto l’altro ggiorno mal consijio communale?
– Ahò e famm’arrivà, ‘orcanculata, manco so rrivato gà rompi li cujoni! Continua a leggere
Mi inginocchio, di fronte a tutti voi e Vi prego.
Dal più piccolo dei bambini al più alto dei ragazzi.
Ho una cosa da chiedervi, dal profondo del cuore.
Una preghiera.
Vi prego, accendete la curiosità, fatela ardere,
tenetela viva, alimentatela con le storie che raccoglierete
servirà per un viaggio, quello di ritorno.
E poi… Continua a leggere
Comune di Viterbo.
Questi sono i banchi della maggioranza, in consiglio comunale, al primo appello. Mi chiedevo: dove sono finiti i rappresentanti che il popolo, per il tramite delle ultime elezioni, ha delegato a governare questo luogo?
A premessa di ciò che segue, estraggo alcune parti dello Stauto del Comune di Viterbo. Al punto 1, dell’art. 1, del Titolo I, c’è scritto:
“il Comune di Viterbo RAPPRESENTA la comunità di cittadini che vivono nel territorio comunale, ne CURA gli interessi e ne promuove lo sviluppo civile, sociale, culturale ed economico, perseguendo le finalità stabilite dal presente Statuto…”
Ecco, basterebbe questo estratto. Almeno eticamente, basterebbero i due termini scritti in maiuscolo: “rappresenta” e “cura”.
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Mentre si disserta sui Pokemon che non si trovano o sui vigili urbani che nutrono profonda stima nella “merkel de noialtri”, mentre il sindaco ha ricette e pozioni miracolose, come i druidi di Asterix, e consiglieri che sono famosi solo per aver bruciato sedie, discutono di libri che non conoscono, questa città va definitivamente a morire. Continua a leggere
– Ovè quell’ò, che dichi?
– E cche ttò ddà dì? Le solite fregne, me fanno male l’ossa, la mi moje me rompe li cojoni e la notte ‘nse dorme più pè le sarapiche e pè stì mastietti che fanno macello.
– Ossanamaazzà pè davero eh, ‘n c’è verzo. Io dico, pè carità, gajardo che c’è movimento, che se pozza girà senza maghine, che c’è vita mà le strade, solo che questòro so gnoranti a ddì de sì! Bevono come Quinto de Giuseppina, quello che morse pèl fegoto grosso come nà balla de fieno, e ppoe so zozzi come pòchi. Continua a leggere
Ogni volta che vedo questi tetti, specie la domenica mattina nel silenzio, mi torna in mente quando, da piccolo, cercavo di vedere le branchie dei pesci da vicino. Osservavo ogni piccola piega, ogni spazio, ogni spessore, le variazioni di colore.
Qui mi capita lo stesso, mi fisso a cercare segmenti che si incrociano in proiezioni immaginarie, gli angoli che si creano con la prospettiva, cerco di contare le falde, immagino gli anni delle tegole, cerco le grondaie. Continua a leggere
Una considerazione. Pochi giorni fa, questo covo di talenti, di fenomeni eruditi, ha emanato un’ordinanza per ridurre la velocità sulle peggiori strade cittadine.
Circa 15 vie, disastrate, non che le altre siano mese bene, per carità, ogni giorno ci vorrebbe un bigonzo di “gaviscon” per l’acidità di stomaco oltre che ai soldi della benzina. Insomma, al contrario di quello che fanno negli altri paesi dove fanno l’elenco dell “scenic drive” noi abbiamo il nostro “horrific drive”. Decenni di insulsi e di fenomeni, di voti di scambio e di marchette. Torniamo alle strade..
Dicevo, di questa quindicina di indecenze, 3 strade, il 20%, sono in un quartiere, il più popoloso della città: Santa Barbara, che guarda un po’, prende il nome dalla Santa invocata contro la morte improvvisa per fuoco, (motivo per cui gli esplosivi ed i luoghi dove vengono conservati sono spesso chiamati “santabarbara” in suo onore) come questo quartiere, pronto ad esplodere.
Circa 10 mila abitanti (più di Ronciglione) che, per raggiungere la viabilità ordinaria della cittadina ridente in cui abitano, hanno solo tre vie:
– due di queste sono tra le strade in questione,
– una è una rotatoria, con raggio di curvatura errato e la sagoma deformata (ha si e no 5 anni).
Nota: l’altra delle tre vie disastrate del quartiere è quella che lo taglia esattamente in due come dallo schema che allego.
Ora, visto e considerato che il quartiere è pressochè nuovo, (10-15 anni sono un tempo relativamente breve per le opere pubbliche a fronte, che so, agli acquedotti dei romani, mi chiedo:
– ma chi ha progettato l’urbanizzazione del luogo o chi ha decretato il piano regolatore (sempre se esiste) ha previsto l’impatto della viabilità sulla crescente popolazione?
– e chi ha costruito le strade era la stessa ditta che costruiva gli argini col polistirolo in toscana? e tutti i lavori di allaccio delle nuove utenze, i buchi sulle strade per connettere luce gas, acqua alle nuove palazzine, possibile che debbano esser fatti sempre a cazzo di cane e lasciare solchi come canyon?
E’ palese, anche ad un ignorantone come me, che la qualità delle strade in funzione del tempo e del traffico che vi circola è inadeguata o che la previsione di crescita è stata sottostimata.
Concludo aggiungendo Comunque lo scopo per questi fenomeni non è la salute pubblica. Non lo è affatto.
Anche perchè fra 50 o 30 all’ora, arrivi comunque a rotture per “fatica” (consiglio i fenomeni di andarsi a documentare comunque in linea di massima sono sollecitazioni ben sotto il carico di rottura a schianto ma reiterate nel tempo che distruggono comunque i materiali).
Se prendi una buca ben fatta i danni li fai comunque. Quindi l’ordinanza dei 30 all’ora è una boutade, serve solo a tutelare le loro finanze, magari da reinvestire poi in qualche festìvàl della minchia..
Questo sogno ha bisogno di esser scritto.
Mi piacerebbe andare a sedere su quelle scale, aspettare la materializzazione di una storia o di una favola, di un suono o di una voce.
Mi piacerebbe attendere l’incarnazione del mondo che vorrei, donato da cittadini ad altri cittadini, osservato da bambini con il gelato in mano o dalle nonne con lo scialle, a coprire la schiena dal fresco di una sera d’estate.
Leggo un articolo sulla locale edizione del Messaggero, relativo alla querelle del sito web del Comune. Ne leggo un altro , sempre sullo stesso tema, riassunto di una trasmissione radiofonica trasmessa da una rete locale. L’assessore, anche vicesindaco dice: “finalmente Viterbo ha un sito degno di questo nome”.
Segue una serie di dichiarazioni dove parla di complotti in atto, di persone che, senza pregiudizi, si accorgono che “loro” stanno cambiando la città e che tutti i detrattori improvvisati dovrebbero candidarsi prima di parlare.
Capito?
“Finalmente Viterbo ha un sito degno di questo nome”. Continua a leggere